LA    BIBLIOTECA    STORICA    CADORINA DI VIGO DI CADORE

Vigo nel 1892 era un paese che, pur fregiandosi di nobili ascendenze romane, scontava più di tanti altri centri vicini e lontani il drammatico fenomeno dell'emigrazione e, colpito spesso da impietose avversità climatiche, affidava ai sempre più frequenti lavori e stanziamenti militari le proprie speranze di sopravvivenza e riscatto.
In tale drammatico contesto economico e sociale   vagheggiare un'istituzione culturale poteva essere mera chimera. Eppure un intellettuale entusiasta come il prof. Antonio Ronzon  (Vigo 1848-Lodi 1905) e un'amministrazione comunale lungimirante e tenace permisero il miracolo: la fondazione di un centro di raccolta di ogni testimonianza scritta che riguardasse direttamente o indirettamente la piccola patria tra Pelmo e Peralba.
Se il professore fu senz'altro l'anima dell'iniziativa, è certo che essa non sarebbe mai andata in porto senza la fattiva collaborazione di tutta la popolazione, magari poverissima ed illetterata, ma sempre cosciente dell'alto valore educativo della cultura e della difesa delle tradizioni avite.
"Mandatemi anche un libro solo, anche un opuscolo solo. Datemi mille volumi che quei mille saran seme di molte altre migliaia”.
Con spirito davvero lungimirante quel professore di lettere, seppur confinato a Lodi, perseguiva da tempo l’impianto in Cadore di un archivio storico e di una biblioteca, divisa in due sezioni, vale a dire "Cadorina" ed "Universa­le". La prima di queste due biblioteche avrebbe dovuto essere strutturata a sua volta in due sezioni, cosicché la prima comprenda quanto da cadorini o non cadorini fu scritto e stampato sul Cadore; la seconda quanto da cadorini fu stampato su qualunque argomento.
Anche la più insignificante carta stampata, purché riferita al Cadore, avrebbe dovuto essere catalogata da questo nuovo provvido ente9 teso a strappare alla volgare profanazione i libri "tanto amati,  tanto letti e tanto cari compagni della vita". L'appello lanciato ai compatrioti e ai cultori delle patrie memorie non era destinato a cadere nel vuoto, che il 23 settembre 1892 il Sindaco di Vigo poteva avvisare la cittadinanza che due giorni dopo, di domenica, sarebbe avvenuta l'inaugurazione ufficiale delle due biblioteche e dell'archivio in una sala del Municipio.
Di li a poco sarebbe venuta anche la stesura di una convenzione ufficiale tra il Comune di Vigo e lo stesso prof. Ronzon per la cessione e tutela del patrimonio librario, nonché la nomina di un Comitato per la vigilanza e la stesura di un Regolamento. Ma se Antonio Ronzon è il padre legittimo della biblioteca, don Pietro Da Ronco (1850-1841) può essere considerato davvero il suo salvatore e rifondatore . Quel combattivo uomo di chiesa, che già tanto aveva contribuito alla formazione della biblioteca e dell’archivio, si ritrovò il testimone dell'intera istituzione nei momenti più difficili, quelli della guerra e dell'invasione austriaca. Se già nel corso del conflitto, tra requisizioni1 bombardamenti ed incendi, quel patrimonio di civiltà aveva corso seri rischi, fu 1'arrivo del nemico in Oltrepiave, nei primi giorni del novembre 1917. a mettere davvero a repentaglio tanta ricchezza culturale.
Don Pietro Da Ronco si trasforma in novelle affossatore dei preziosi manoscrit­ti, rendendoli, almeno momentaneamente, agli "ergastoli" del buio e del silenzio, in casse sepolte in tutta fretta in luoghi defilati e sicuri.
Chissà cosa avrebbero detto i vari Lorenzo Valla, Pico della Mirandola o Poggio Bracciolini, i gloriosi riesumatori umanisti della grande letteratura classica, assistendo a queste strane vicende, per cui i "padri" della prosa e della poesia " per salvarsi dovevano ritornare a quelle carceri dalle quali con tanta fatica e rischi essi li avevano tolti qualche secolo prima.
Ma cosi voleva il paradosso della storia, e la barbarie della rapina e della violenza, se non si fermava davanti alle campane e alle pie reliquie, certo non si sarebbe fermata neppure davanti ad una pergamena o a un prezioso manoscritto.
Nel 1937 l'uscita del Saggio di bibliografia cadorina del Fabbiani, dando respiro ed impulso agli studi cadorini in generale, faceva nel contempo conosce­re la Biblioteca ad un pubblico più vasto ed eterogenee, e poneva le basi di un suo ulteriore sviluppo.
Verso gli anni '50, all'interessamento di G. Fabbiani e C. Fabbro si univano il lavoro e la passione di altri studiosi (in particolare G.E. Ferrari e L. Sriziolo) che procedettero alla catalogazione e sistemazione del materiale, cui seguì un'ampia relazione dello stato della raccolta e delle sue potenzialità future.
Nel 1979 infine il Comune di Vigo dava mandato al prof. Giandomenico Zanderigo Rosolo per la redazione dell'inventario e del regesto delle pergamene, riordinate fino ad allora soltanto parzialmente.
Oggi la Biblioteca Storica Cadorina, oltre a costituire una realtà prestigiosa nel Cadore, sita in locali dignitosi e funzionali, sotto la guida esperta di Noemi Nicolai, sembra pronta a servire anche la sfida culturale dei prossimi anni.
Gli oltre 8000 volumi, la raccolta di 120 riviste, le 550 pergamene fanne della biblioteca una vera istituzione specializzata, che richiede peraltro un aggiornamento e, oseremmo dire, un amore costante.