COL CIAMPON (m 1050)
La postazione faceva parte di un insieme di difese volute subito dopo il 1866 su tutti i colli circostanti la stretta di Tre Ponti, dove il singolare manufatto a forma di “Y”, alto 28 metri sul Piave e sull’Ansiei, incassati in quel punto in strette e profonde gole, poteva essere facilmente abbattuto dall’artiglieria, con conseguente interruzione di ogni transito.
Tutto questo apparato militare mirava essenzialmente al controllo delle due rotabili di fondovalle, dipartentisi da Cima Gogna rispettivamente per Auronzo e S. Stefano, con l’ausilio pure di una serie di mine predisposte lungo tali percorsi.
Si trattava della tipica difesa di una stretta montana, effettuata col porsi dietro ad essa, nella posizione cioè più vantaggiosa per il difensore, capace di opporsi con poche forze ad un nemico preponderante che sboccava su una fronte ristretta, battendolo con fuochi concentrici e respingendolo mentre si trovava con la stretta alle spalle.
Tale località era stata direttamente investita dagli strascichi della III guerra d’indipendenza, in quanto il 14 agosto 1866, due giorni dopo la firma dell’armistizio di Cormons, mille volontari austriaci provenienti da Auronzo erano stati fermati da poco più di 300 italiani, in parte regolari, in parte volontari, mentre prima ancora, durante i moti del 1848, P.F. Calvi vi aveva allestito una barricata con cannoni e guardie fisse.
I colli su cui sorsero importanti postazioni, oltre a Col Ciampon, furono Col Tagliardo (m 930), Col delle Rive (m 959) Col Pelos (m 870) e Col Piccolo (m 1038). Essi, sistemati com’erano su una morena longitudinale rispetto alla valle, controllavano gli accessi da nord e disponevano di batterie campali, servite da strade che si snodavano a ridosso delle posizioni stesse e che confluivano nell’unica rotabile esistente, la Pelos-Vigo-Laggio, situata pure essa sul rovescio.
Tali impianti consistevano in costruzioni da campo, con fronte diritta, provvista di traverse, lunga circa 35 metri, con gola aperta e fianchi corti, di 8 metri ciascuno, per la difesa della fanteria. L’accesso dalla parte sud era impedito da un recinto a palizzata, il cui perimetro superava i 50 metri e l’armamento previsto in caso di guerra era costituito da 4 cannoni da campo.
Sul piccolo pianoro di Col Ciampon sono ancora riconoscibili le piazzole per i cannoni da 75, il deposito delle granate, i due ricoveri per il parco fotoelettrico e le difese accessorie.
La postazione, a pochi metri dallo strapiombante orlo occidentale della terrazza, con il suo orientamento verso ovest, evidenziava chiaramente la funzione per cui l’opera era stata concepita, tenere cioè sotto tiro diretto di 2 cannoni da campo il passaggio sottostante attraverso la stretta ed agire in collegamento ottico colle più basse batterie dei colli di Vigo.
Sul lato destro della spianata il sentiero continua e dopo 20 minuti giunge alla chiesetta di S. Daniele (m 1197), dalla quale la vista spazia sull’Oltrepiave e sul Centro Cadore. Da qui si può raggiungere pure, per sentiero non facile, la sommità di Col de Poeca (m 1406), sulla quale fu costruito il pilone intermedio della grande teleferica che collegava la piana di Cialea con il forte di M. Tudaio.
Modello dalla mitragliatrice Fiat a raffreddamento ad Acqua |
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Interno della postazione dove è posta la mitragliatrice |
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L'ultima postazione realizzata ospita un cannone |
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All'interno si possono trovare delle foto raffiguranti i vari tipi di cannoni usati nella Grande Guerra con relative spiegazioni sul calibro, gittata e caratteristiche. |
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Il Cannone |
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Le Granate da 149 |
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Mortaio |
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Recuperati anche dei pezzi delle cupole del forte del M. Tudaio |
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I pezzi fanno parte della base girevole che sosteneva la cupola corazzata da 15 cm. in acciaio a protezione del cannone da 149 ora disposti su delle sfere che consentivano loro di ruotare a 360° |
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