S.MARGHERITA, UNICO RETAGGIO DELl'ANTICA SALAGONA

Riscopriamo una delle chiese più antiche e preziose del Cadore

La chiesetta di S.Margherita a Salagona in quel di Laggio di Cadore rappresenta l'unica testimonianza giunta fino a noi dell'antico borgo scomparso, ma, oltre a questo Indiscutibile merito storico, può vantare ulteriori benemerenze: essa costituisce un interssante esempio di arte medievale nel Bellunese, che ha attirato l'attenzione di molti studiosi in quest'ultimo secolo.
L'esistenza a Salagona di una chiesa dedicata a S.Margherita risale al 19 dicembre 1272: in quella data un "Altemano" d'Oltrepiave dichirava con giuramento di dover pagare ogni anno la decima a "Rajnucio" di Calalzo sopra un fondo confinante "de subtus in terra S.te Malgaete"
La nostra chiesetta è nominata come già esistente pure in un documento del 13 giugno 1278, contenente la "manifestazione" delle decime che parecchi uomini d'Oltrepiave pagavano annualmente "domino Ajpardo poiestati Cadubrii, filio domini Qjapoldi de Hodo".
Risale invece al 10 maggio 1285 un testamento di Samuele AIho di Costalta di Comelico, che lasciava a beneficio di S.Margrita "dodici denari».
In un documento poi del 4 maggio 1302, che si conserva a Vigo e che contiene la "manifestazione" fatta ad Antolino, notaio ed officiale di Cadore, di decime di fondi dovute da Donato de Ranticherio di Laggio a Pietro e fratelli di Vigo e Odorico,pure di Vigo,è detto che una di quelle terre, sopra le quali gravita l'onere delle decime stesse' 'tiacet in Galla (cialèa) et fkmat in terra Si--i et ecclesia tMargarite".
Nello stesso giorno e di fronte allo stesso notaio Donato de Ranticherio di Laggio "manifesta" la decima che odorico di v'go deve pagare sopra una sua terra giacente in "Agorgo" e la quale "firmai supra in ecclesia" s.Margarete".
E non basta ancora: parimenti Ambrogio di Vigo "manifesta" che presentemente egli lavora una peni di terra 'tjacentem posi Aqgorgum, que est ecclesie a. Martini de Vico et firmai st>Pra in terra ecclesie s.Marpriw"
Infine un Mitadasua Pactus di Vigo "manifesta" che egli lavora una peza di terra della chiesa dì S.Martino di Vigo giacente in "Angorgo", la quale "firmai supra in terra a. Margarete".
Le origini della chiesetta sono dunque assai antiche e il Da Roco la faceva risalire alla metà del secolo XIIJ, consideaandola la più vecchia delle chiese cadorine esistenti.
Le citazioni del sacro edificio continuano naturalinenie in vari documenti dei secoli successivi e rileviamo che esso compare, insieme a S.Martino e S.Daniele in due inventari di beni, del 26 giugno 1389 e del 22 febbraio 1393: le tre chiese figurano sotto un'unica amministrazione, quella del "Lume di S.Martino di Vigo", che possiede fondi pure in quel di Lorenzago, a "Siedegrande", dove riceve due soldi ed Otto piccoli ogni anno da Menardo da Culisello di Lorenzago.
Tale "Igegistro" (Ms. 47 in B.S.C. di Vigo) costituisce una fonte davvero preziosa per ricostruire la storia del piccolo tempio, scandendone via via rifacimenti, aggiunte' ressturi vari. Sappiamo grazie ad esso che il 17 marzo 1559 «monego" di S.Margherita è certo "Signorel da Salagona" e che il 23 settembre dello stesso anno viene rifano il tetio, sia alla nostra chieseta, sia a S.Martino di Vigo.
Nel 1560 "monego" risulta essere certo "Bartolomio da Salagona" e alla data 10 luglio 1573 viene ascritto il riaflamento dell'altare, sotto il Pievano Mania Pilotto.
Risale invece all'8 settembre 1616 il decreto (nel senso probabilmente di una sua posa o di un pagmento) di S.Margherita per il nuovo altare barocco commissionato dal Pievano G.B.Palatini e tolto solo negli anni '60 di questo secolo per ridare alla chiesa l'antica e suggestiva seniplicita'
Nel 1620 "monego" è Niccolò da Salagona, che riceve come compenso per "la IuIIùaria" L.10 dal Lume di S.Martino.
Alla data 13 n'ano 1633 vengono riportati dei lavori di riatto del tetto da parte di un "Marchiò de Podestà", mentre il 12 agosto 1634 risultano rifatta la porta e posta l'inferriata alla finestra. Nel marzo 1635 Niccolò Sana è intento a rifare tutto il tetto, il quale non durerà a lungo, dal momento che solo 8 anni più tardi deve venir rifatto totalmente: in quell'ocaasione si provvede anche a rialzarlo e a renderlo più spiovente.
Il 29 gennaio 1651 nuovo "monego" è "Svual Salagona" (Osvaldo Salagona), che il 1 settembre 1654 perde la moglie Marietta, rimanendo uno dei pochissimi abitanti di Salagona. Interessante è notare come il 2 aprile 1653 viene effettuata una processione degli abitanti d'Oltrepiave a S.Bernardino, S.Daniele e S.Margherita per impedire un'intercessione nei riguardi di una non ben precisata malattia che sta infierendo sugli animali.
Il 13 gennaio 1681 Lucio da Auronzo indorador" riceve 38 soldi di caparra per indorare la pala di S. Margherita
Se nel 1685 "monego" è "Zobatta Salagona", Il anni dopo, nel marzo 16%, tilie carica è ricoperta da un erede di Svualdo Salagona; tale anno si segnala pure per la mote di un figlio del "Zono da Salagona".
Il 21 agosto 1705, in occasione del furioso incendio divampato a Laggio, brucia anche Salagona e il fuoco è fermato in extrtmis davanti alla chiesa, tanto che esso fa in tempo ad intaccare la porta' rifatta poi subito nel mese di settembre.
Pochissimi ormai i residenti sul posto: le ultime famiglie risultano quelle "di Zono" e di "Svualdo Salagona", il quale, nel 1717, si trasferisce a Laggio, continuando peraltro a ricoprire la carica di "monego,' di S.Margherita fino alla morte, avvenuta nel 1723.
Il 2 ottobre 1737 viene rifatto nuovamente il tetto, con una spesa di soldi 292, spesa tutto sommato contenuta, in considerazione anche del fatto che la trave maestra è donata da Gregorio Da Rin Pagnetto, mercante di legname di Laggio.
Nel 1750 "monego" è Giuseppe Salagona, abitante a Laggio con Giorgio Salagona: costui muore nel 1773, trasmettendo la carica alla moglie Orsola prima e quindi, nel 1786, a "Zuanne Salagona", abitante a Laggio.
Nella primavera del 1918 la nostra chiesetta non andò indenne dalle crudeli requisizioni dell'invasione aulariaca: asportata in quell'occasione la piccola ed antica campana, sostituita il 21 settembre 1927 da una nuova, benedetta dal Pievano Periri.
Risalgono al 1969-70 gli ultimi restauri voluti dal Pievano G.Longiarù e sovvenzionati dalla Sovrintendenza con cinque milioni di lire: allora fu restaurato il pavimento con marmo rosso di Verona e vennero ritoccati pure gli affreschi.
Superate le molte forche caudine alla sua sopravvivenza in tanti difficili frangenti di secoli più o meno bui, S. Margherita chiede solo alle moderne generazioni il rispetto e la cura dovuti alle più sacre testimonianze della storia e della fede degli avi per poter varcare senza paterni la soglia del xx' secolo e poter avviarsi verso un futuro pieno di valorizzazione culturale e turistica.


WALTIER MUSIZZA - GIOVANNI DE DONA'

 

 

 

Alcuni stupendi affreschi che si trovano all'interno. Merita davvero una visita....