LE OPERE MILITARI DEL VALLO ALPINO DEL LITTORIO SOTTO IL TUDAIO
Sono ormai diverse centinaia le persone che hanno visitato gli impianti militari del Vallo Alpino del Littorio a “Rin de Soandre” sotto il Tudaio. Lo testimoniano le firme ed i complimenti riportati quotidianamente sul piccolo registro che i volontari di Vigo hanno collocato presso uno degli ingressi. Tra i visitatori anche un ottantenne che aveva prestato servizio in queste opere come “Guardia alla Frontiera” durante il secondo conflitto mondiale.
Grazie al paziente lavoro di tanti volontari, durato diversi mesi, le postazioni blindate e gli osservatori possono essere visitati in sicurezza grazie ad un impianto di illuminazione che si attiva automaticamente dalle 10 del mattino alle 18 pomeridiane, mentre tutti i punti più pericolosi, come i pozzetti per la raccolta delle acque, sono stati sigillati con della rete metallica.
Le opere militari si trovano nel Comune di Vigo e si possono raggiungere sia da Laggio che da Piniè lungo la strada che porta al “Pino Solitario” e quindi alla base del M. Tudaio. Attraversato il Rio Soandre, invece di proseguire sulla strada militare del forte Tudaio si piega a sinistra e dopo 200 metri si giunge all’ingresso della postazione alta.
Un corridoio scavato nella roccia porta direttamente ad un osservatorio e a due cannoniere e proprio in una di queste è stata collocata la copia di un cannone puntato su Cima Gogna.
Ritornati all’esterno si scende poi per una scalinata detta dei “400 scalini” che conduce all’opera principale dove si possono vedere il ricovero del presidio (40 uomini circa), l’alloggio per l’ufficiale comandante, la sala radio, i depositi viveri, le cucine, i servizi igienici, l’infermeria, le cisterne per l’acqua, i depositi munizioni, la sala per il gruppo elettrogeno per l’illuminazione e il funzionamento del sistema di ventilazione e filtraggio dell’aria. Il tutto compartimentato da porte stagne, che garantivano ai locali l’isolamento da ogni tipo di esalazione prodotta all’interno o da eventuali gas immessi dal nemico. Una serie impressionante di corridoi conduce poi alle cannoniere e alle postazioni blindate per mitragliatrici il tutto sotteso al controllo della vecchia strada del Comelico.
Queste moderne fortificazioni sono nate sulle rovine della così detta Fortezza Cadore Maè, crollata inopinatamente nel 1917, nei tristi frangenti di Caporetto. Realizzate alla vigilia del secondo conflitto mondiale, in gran parte blindate e in caverna, rientravano in un ampio sistema definito Vallo Alpino del Littorio, ma più comunemente noto come Linea non mi fido, voluta da Mussolini fin dal 1931 ed estesa lungo tutta la frontiera italiana da Nizza a Trieste.
L’armamento era previsto in cannoni di medio calibro (57/43, 75/27 o 47/32) in casamatta protetta, mitragliatrici (Fiat 14/35), mortai da 81 mod. 35 e anche lanciafiamme. L’osservazione e la direzione del tiro erano garantite da torrette metalliche, da impianti fotofonici, stazioni radio e collegamenti telefonici in cavo protetto.
Come già avvenuto nella prima guerra mondiale, le fortificazioni vennero però via via sguarnite di cannoni, mitragliatrici, materiali e truppe e nel 1942 tutti i lavori furono sospesi.
Oggi la maggior parte delle opere realizzate nell’alto bellunese appaiono in gran parte abbandonate, in parte smantellate dai recuperanti o danneggiate da qualche vandalo, ma ancora in buono stato. Queste in territorio di Vigo sono state le prime ad essere recuperate e valorizzate in chiave turistica e costituiscono un’attrattiva ulteriore per gli ospiti del Cadore.
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